Facilitating the entry of NATO troops into Switzerland?
The Swiss Federal Government does not defend our sovereignty. Swiss soldiers will risk their lives for the interests of others!
In its meeting of 21 August, the worst Federal Government ever, completely subservient to Atlantic diktats and in a never-before-seen interventionist zeal, approved Switzerland's participation in two European Union (EU) ‘Permanent Structured Cooperation’ (PESCO) projects, one of which is particularly invasive and contrary to neutrality: the ‘Military Mobility’ project aims to facilitate the crossing of Swiss national borders by foreign troops, not only from EU countries but also from the omnipresent USA.
If this in itself appears extremely problematic for a country that should, precisely because of its neutrality, avoid being exploited for military operations of only one geopolitical field, the government blithely admits that this will also have ‘positive effects on Switzerland's deployments abroad, in particular in the framework of military peace promotion’, which translated means actively supporting NATO war missions, as in Kosovo, exposing our soldiers to ever greater risks not in the interests of our national defence, but in serving the imperialist agenda of the USA, which continues to push for an escalation of the conflict against Russia in order to engage Europe in a protracted war that will also have disastrous effects economically as well as in terms of ever greater human costs.
This unilateral military cooperation turns Switzerland into a litigant in others' conflicts, to the detriment of our national security as well as rendering diplomatic efforts futile. These are very serious decisions that follow one another in a rather suspicious manner and destroy, step by step, the credibility of our neutrality abroad. The intensification of Switzerland's cooperation with PESCO should in fact be read in the context of a gradual, but without democratic legitimacy, strengthening of the integration of our armed forces into NATO. If we add to this the express wish of the Commander-in-Chief of the Armed Forces to organise training courses abroad in the future, the only advice we can give to conscripts is to leave the army in favour of civil service before it is too late.
Facilitare l’entrata in Svizzera di truppe NATO?
Il Governo svizzero non difende la nostra sovranità. I soldati svizzeri rischieranno la vita per interessi altrui!
Nella sua seduta odierna il peggior governo svizzero di sempre, completamente succube dei diktat atlantici e in una foga interventista mai vista prima, ha approvato la partecipazione della Svizzera a due progetti della «Permanent Structured Cooperation (PESCO)» dell’Unione europea (UE), di cui uno particolarmente invasivo e contrario alla neutralità: il progetto «Military Mobility» mira infatti a facilitare l’attraversamento dei confini nazionali svizzeri da parte di truppe estere, non solo dei paesi dell’UE ma anche degli onnipresenti Stati Uniti.
Se già questo appare in sé estremamente problematico per un Paese che dovrebbe invece, proprio per la sua neutralità, evitare di essere sfruttato per operazioni militari di un solo campo geopolitico, il governo ammette bellamente che ciò avrà “effetti positivi anche sugli impieghi della Svizzera all’estero, in particolare nel quadro del promovimento militare della pace”, che tradotto significa sostenere attivamente le missioni belliche della NATO, come in Kosovo, esponendo i nostri soldati a rischi sempre maggiori non negli interessi della nostra difesa nazionale, ma nel servire gli interessi imperialistici degli USA che continuano a spingere per un escalation del conflitto contro la Russia al fine di impegnare l’Europa in una guerra prolungata che avrà effettivi nefasti anche dal punto di vista economico oltre che dai costi umani sempre maggiori.
Questa cooperazione militare unilaterale trasforma la Svizzera in una parte in causa in conflitti altrui, a scapito della nostra sicurezza nazionale e rende vani gli sforzi diplomatici. Si tratta di decisioni gravi che si susseguono in maniera alquanto sospetta e che distruggono, passo dopo passo, la credibilità della nostra neutralità all’estero. L’intensificarsi della collaborazione della Svizzera alla PESCO va letta infatti nel contesto di un rafforzamento progressivo, ma privo di legittimazione democratica, dell’integrazione delle nostre forze armate alla NATO. Se a ciò aggiungiamo l’espressa volontà del Comandante in capo dell’esercito di organizzare in futuro corsi di ripetizione all’estero, l’unico consiglio che possiamo dare ai coscritti è di abbandonare l’esercito a favore del servizio civile prima che sia troppo tardi.